Felicità e intelligenza: sono compatibili?
“Non c’è nulla di intelligente nell’essere infelici”
– attribuzione incerta (presente nel film “Come tu mi vuoi” di V. De Biasi)
vs
“La felicità nelle persone intelligenti è la cosa più rara che conosca”
Tu cosa ne pensi?
Io per anni, per indole e per educazione, ho creduto che la felicità fosse una sorta di animale mitologico che si faceva avvicinare solo a patto di mantenersi superficiali e disattenti alle tragedie di cui la vita ci circonda.
Come si può essere felici quando al mondo esistono tanta miseria e tanto dolore, quando bisogna sfiancarsi per raggiungere anche il minimo traguardo, quando in qualunque momento un banale incidente o una malattia fulminante ti possono portare via le persone che ami? Quando ti alzi la mattina sentendoti già sfinito e arrivi a fine giornata senza aver fatto nulla che abbia un vero valore?
E via così, nella convinzione che la vita fosse una sorta di valle di lacrime e – udite udite – trovando ogni giorno la prova che non potesse che peggiorare, perché ovviamente la mia attenzione era concentrata nel trovare evidenze a sostegno della mia tesi.
Quando ho cominciato a cambiare idea?
Come spesso accade, un’esperienza traumatica mi ha portata a cercare risposte in direzioni diverse da quelle già percorse, e ho cominciato ad entrare in confidenza con alcune idee per me rivoluzionarie, tipo:
-
a prescindere da quello che accade fuori, è possibile decidere come ci si sente dentro;
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quello che sentiamo è influenzato da quello che pensiamo e da come consideriamo le cose;
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una situazione può essere interpretata in infiniti modi, alcuni più funzionali di altri;
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essere infelice perché concentrati sugli aspetti negativi della vita non aiuta chi è infelice, né chi gli sta intorno. ANZI!
Scriverlo adesso mi fa sorridere, ma all’epoca la sensazione di poter recuperare il controllo delle mie emozioni e quindi della mia vita, invece di subire gli eventi, mi ha dato le vertigini!
Davvero potevo? Davvero ero autorizzata? Davvero sarei stata più utile felice che non passando il tempo a preoccuparmi?
Ebbene, la risposta è sì: siamo tutti autorizzati a essere felici, e sì, siamo tutti molto più utili al mondo cercando soluzioni invece di soffermarci sui problemi.
Quindi, felicità e intelligenza possono – e devono – andare insieme.
Questo significa che sia facile?
Dipende, immagino che per qualcuno sia naturale; per me non lo è ancora oggi, nonostante mi sia avvicinata a questo modo di pensare molti anni fa. Però miglioro di giorno in giorno, e i giorni in cui riesco ad attenermici sono i migliori in assoluto, per me e per chi convive con me.
Quindi, basandomi sulle prove che ho trovato a sostegno della mia più recente teoria, oggi la frase che rappresenta il mio pensiero è senz’altro la prima: non c’è nulla di intelligente nell’essere infelici.
E credo anche che essere felici aiuti a coltivare l’intelligenza, un tipo di intelligenza calda e compassionevole che cerca – e trova – soluzioni per bonificare la famosa valle di lacrime, in modo da poterci trascorrere una vita confortevole.
E tu, cosa ne pensi?
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