Gentilezza: chiariamoci le idee!
Avevo un post pronto da pubblicare nel pomeriggio, ma questa mattina, mentre ero in giro e verificavo mail e messaggi, ho scoperto che oggi ricorre la
Giornata Mondiale della Gentilezza!
E così ho pensato che ci sarebbe stato bene un articolo un po’ diverso, che ha comunque a che fare con la chiarezza e che meditavo di scrivere già da un po’.
Chi mi conosce come coach sa che ripeto spesso una frase “sii gentile con te stesso“.
Questo perché abbiamo l’abitudine di essere molto severi con noi stessi, al limite della crudeltà a volte, pur rimanendo al tempo stesso anche troppo indulgenti nei confronti delle nostre abitudini disfunzionali, siano esse mentali e comportamentali (mi ci metto anch’io nel gruppo, fra i rappresentati più significativi).
Come le due cose possano andare d’accordo, rimaneva per me un mistero finché non mi sono imbattuta in questa citazione della Dr.ssa Kristin Neff:
I found in my research that the biggest reason people aren’t more self-compassionate is that they are afraid they’ll become self-indulgent. They believe self-criticism is what keeps them in line. – Nelle mie ricerche ho scoperto che la principale ragione per la quale le persone non sono più compassionevoli nei confronti di loro stesse risiede nell’aver paura che (così facendo) diventerebbero auto-indulgenti. Credono che criticare se stessi sia ciò che li mantiene sulla retta via.
Mi sono resa conto allora che il legame fra la mancanza di gentilezza verso ve stessi, che poi spesso si traduce in mancanza di gentilezza nei confronti di chiunque altro, e l’eccessiva auto-indulgenza in merito a specifici ambiti della nostra vita sono strettamente connesse: da una parte cerchiamo di “farci rigare dritto”, mentre dall’altra sentiamo che “con tutto quello che già faccio/sacrifico, potrò ben concedermi X, Y o Z”.
Facciamo quindi chiarezza su cosa si intende per gentilezza. La definizione che preferisco é:
Gentilezza = garbo, cortesia
Soprattutto il termine garbo, con il suo fascino un po’ antico, andrebbe tenuto a mente quando trattiamo con noi stessi, e con gli altri: parlare in modo garbato, con toni e termini garbati, fare gesti garbati… quanto migliorerebbe la nostra vita se ricoprissimo il valore della gentilezza intesa come garbo?
Per me garbo è sinonimo di gentilezza e anche di rispetto, e il rispetto esclude automaticamente l’auto-indulgenza.
E allo stesso modo, esclude, quando si tratta di altre persone, il sacrificarsi, l’annullare le proprie opinioni, la disponibilità estrema a proprie spese, e tutto quello che erroneamente capita di associare al concetto “essere troppo gentili con gli altri”.
Non si può essere TROPPO gentili quando si ha chiaro il significato profondo dell’essere gentili.
Pertanto, questo fine settimana ti invito a fare una riflessione approfondita:
- sul modo in cui tratti te stesso e le persone che ti circondano,
- sulla correlazione fra le emozioni negative che provi per te stesso e quelle che ti suscitano gli altri, e
- sul livello di auto-indulgenza che ti concedi in relazione alla severità con la quale giudichi i tuoi comportamenti.
Non ho usato a caso termini così forti: non si tratta di una riflessione da poco, e rappresenta un passo essenziale per il percorso che hai intrapreso con l’intento di portare chiarezza nella tua vita.
Buona riflessione, quindi, e ricorda:
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