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Gestire le emozioni: riconoscerle e farne un alleato prezioso.

Uno degli ostacoli più difficili da gestire sul percorso verso la chiarezza è rappresentato dall’intensità delle nostre emozioni.

In effetti si tratta di una questione scottante, che incide sulla qualità della nostra vita e dei nostri risultati, personale e professionali, in molte situazioni e in molti modi diversi! Non a caso uno degli argomenti più in voga – per una volta a ragione – di questi tempi è la cosiddetta intelligenza emotiva, cioè la capacità di riconoscere, accettare e gestire i nostri stati emotivi a prescindere dalle sollecitazioni cui siamo sottoposti (per approfondimenti ti consiglio di iniziare da qui). 

Anche in questo caso, come in quello dei consigli sull’ordine, ho dovuto fare un lungo apprendistato e sono ancora lontana dall’essere maestra, ma ho fatto di necessità virtù e sono arrivata a ottenere risultati che fino a un paio di anni fa avrei creduto impossibili per me! Quindi, questo post non vuole essere un’introduzione all’argomento né trattare i suoi principi generali, bensì ti fornire alcuni strumenti che io ritengo interessanti, e immediatamente utilizzabili nella vita quotidiana, per mantenere un soddisfacente equilibrio emotivo.

Prima di tutto, riconosci le tue emozioni quando si presentano.

Siamo talmente abituati a mantenere sotto controllo i nostri stati d’animo e le nostre reazioni che spesso ci ritroviamo a reagire in modo automatico (e con questo intendo: automaticamente educato, automaticamente politically correct, automaticamente orientato al rispetto dell’altrui posizione) e non ci rendiamo nemmeno conto delle emozioni che la situazione in essere sta provocando in noi.

Quante volte ti è capitato di uscire dall’ufficio (scuola, riunione famigliare, etc), e alcuni minuti/ore/giorni dopo sentirti arrabbiato o frustrato o offeso (o qualsiasi altra cosa), e ritrovarti a pensare “avrei dovuto dire/fare questo invece di quest’altro”?

Non sempre le circostanze ci danno il tempo e il modo di fermarci a recuperare il contatto con noi stessi, però si può provare a farlo temporeggiando. Possiamo chiedere maggiori chiarimenti, rielaborare verbalmente gli argomenti del nostro interlocutore. Non avendone la possibilità, si può chiedere espressamente tempo per “analizzare i dati al fine prendere la decisione (dare il contributo) più funzionale”.

In ogni caso, anche solo decidere di prestare attenzione ad un nostro disagio, in qualunque modo questo decida di manifestarsi (e di solito si manifesta eccome, perché il nostro corpo cerca sempre di comunicare, e lo fa con una certa chiarezza), segnalerà a noi stessi che siamo aperti a considerare il messaggio di cui la nostra emozione del momento è portatrice. E questo diminuirà immediatamente l’intensità della reazione emotiva, permettendoci di recuperare chiarezza e lucidità.

In secondo luogo, considera le tue emozioni come messaggeri che hanno il compito di portare alla tua attenzione qualcosa di importante.

Se noi etichettiamo un’emozione come “negativa”, “sgradevole” o “distruttiva”, faremo di tutto, consapevolmente o inconsapevolmente, per evitare di provarla.

In particolare, in contesti che considerano socialmente inaccettabile il lasciar prevalere le emozioni (fra i quali l’ambiente lavorativo), ci abitueremo a reprimere tale emozione, al punto da non renderci nemmeno più conto di provarla!

Quando invece accettiamo che ogni tipo di emozione abbia lo scopo positivo di sottolineare qualcosa di importante, cui è necessario prestare attenzione, permettiamo che il messaggio venga consegnato e possiamo quindi recepirlo al meglio.

Questo è un passaggio particolarmente importante perché non bisogna dare per scontato che un’emozione particolarmente intensa o “sgradevole” stia segnalando un evento negativo.

Soprattutto a livello di intensità, siamo spesso così abituati a non dare ascolto a noi stessi che immediatamente associamo un alto livello di impatto emotivo a situazioni quali uno scostamento dai nostri valori o una violazione dei nostri spazi. Cosa non sempre corretta, o adeguata al contesto.

Quindi attenzione, prima di decidere che l’emozione sta portando un messaggio di allarme bisogna verificare come stiano in effetti le cose!

Infine, impara a gestire i momenti di picco emotivo.

Quando l’intensità emotiva generata da determinate situazioni o interazioni è tale da impedirci di agire con la necessaria lucidità, possiamo ricorrere ad alcune tecniche che ci permettono di gestire il momento ed evitare errori comportamentali e relazionali che potrebbero avere conseguenze disastrose.

Dato però che questo post sta diventando chilometrico… ti do appuntamento al prossimo articolo per approfondire l’argomento “tecniche”.

Nel frattempo, ti invito ad applicare quanto abbiamo già visto insieme.

Si tratta di riflessioni potenti che possono davvero cambiare la qualità della tua vita, e quindi anche aiutarti a ottenere maggiore chiarezza in questo nostro percorso. Buon lavoro!

ER coaching

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