Le parole del coaching
Piccolo dizionario semi-serio, auto-prodotto e del tutto personale, sui significati che io attribuisco ai termini “tecnici” relativi al coaching.
NB Astenersi persone troppo serie che cercano definizioni ufficiali: ne troverete a iosa altrove.
COACH: allenatore di talenti, scopritore di tesori e gran curioso per definizione. Lui/lei ci crede davvero in te, nelle tue possibilità di farcela, nei risultati che otterrai! Rompe le scatole, ma non giudica e manterrà riservato tutto quello che gli racconterai, quindi… sfogati, è la tua occasione.
COACHEE: letteralmente “colui/colei che viene trasportato”… se non fosse che nel caso del coaching la strada deve percorrersela da solo, sulle proprie gambe! In ogni caso non un cliente, bensì un alleato, un compagno di percorso, una persona con le sue caratteristiche peculiari che si mette in gioco nel raggiungimento di un risultato davvero sentito (altrimenti non spenderebbe soldi per arrivarci!).
CONSAPEVOLEZZA: parola importantissima e pregnante, tanto che cedo il passo alla definizione di “Una parola al giorno”: SIGNIFICATO: Cognizione, presa di coscienza – termine derivato di consapere, composto di con e sapere. Questa parola denota un fenomeno estremamente intimo, e di importanza cardinale. Non è un superficiale essere informati, né un semplice sapere – e si diparte anche dalla conoscenza, più intellettuale. La consapevolezza è una condizione in cui la cognizione di qualcosa si fa interiore, profonda, perfettamente armonizzata col resto della persona, in un uno coerente. È quel tipo di sapere che dà forma all’etica, alla condotta di vita, alla disciplina, rendendole autentiche. La consapevolezza non si può inculcare: non è un dato o una nozione. È la costruzione originale del proprio modo di rapportarsi col mondo – in quanto sapere identitario, davvero capace di elevare una persona al di sopra dell’ignoranza e della piana informazione.
COMFORT ZONE: liberamente tradotto dalla definizione inglese di Wikipedia: La zona di comfort è uno stato psicologico in cui una persona sente di essere in un ambiente familiare, a proprio agio, di avere il controllo della situazione, e di conseguenza sperimenta un basso livello di ansia . Una persona in questo stato utilizza un insieme limitato di comportamenti per fornire un livello costante di prestazioni, di solito senza provare alcuna sensazione di di rischio.
COMMITMENT: parolaccia inglese di difficile traduzione, che vuole suggerire i concetti di impegno, autodisciplina e responsabilità personale. In altri termini, se vuoi un risultato sta a te fare il necessario per arrivarci, e se ti racconti scuse per giustificarti sappi che le stai raccontando solo a te stesso, perché il tuo coach non ci crederà mai!
INTAKE SESSION: primo incontro, gratuito, informale, durante il quale ci conosciamo, ti racconto cosa faccio e come lo faccio, mi spieghi cosa vuoi ottenere e dove vuoi arrivare, e capiamo insieme come posso aiutarti. E’ la tua occasione per farmi tutte le domande che vuoi (poi toccherà a me) quindi non fartela scappare ;-)
TASK: altra parolaccia inglese (vedi commitment) usata per non ricorre al termine “compiti”, che ricorda troppo le costrizioni scolastiche e la relativa valutazione. La verità è che alcuni di questi compiti a casa possono essere anche molto divertenti, però non ci contare troppo. Se l’obiettivo è acquisire consapevolezza, sai bene quanto impegno ci hai messo per nascondere a te stesso quello che adesso il processo di coaching vuole farti riconoscere: si tratta di scavare, e normalmente è un lavoro faticoso. Se l’obiettivo è rinforzare impegno e autodisciplina… be’, che cosa te lo dico a fare: stai lavorando contro schemi e abitudini radicati nel tuo passato, quindi anche in questo caso ti toccherà sudare un po’. I risultati però valgono l’impresa, fidati!
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