libero dalle catene con il coaching

Psicologia, counseling e coaching: qualche indicazione per capire meglio.

Qual è la differenza fra uno psicologo, un counselor e un coach?

Si tratta di una domanda che mi viene posta spesso e alla quale posso dare solo parzialmente risposta, in quanto non sono una psicologa né una counselor e, pur essendomi informata e avendo letto molto in merito, non ho un titolo specifico relativo a queste due aree professionali.

Inoltre qualunque risposta con pretese “accademiche” offrirebbe l’innesco ad una discussione di ampia portata… altro che il derby citato in uno degli ultimi post, assomiglierebbe più alle semifinali dei mondiali di calcio,

Euro Cup 2012con Francia Germania Brasile e Italia a contendersi l’accesso alla finale! Infatti, come spesso accade in queste occasioni, non c’è peggior tifoso di chi sente di non essere messo nella giusta luce quando si tratta di professioni che fanno parte dell’identità, più che dell’attività lavorativa, di una persona.

Pertanto ricordate: in questo blog, e a maggior ragione in questo post, io mi esprimo in qualità di coach, e lo faccio in una forma semplice, mirata a fornire uno strumento di valutazione preventiva alla scelta di intraprendere un percorso di coaching.

Premesso tutto questo, ecco un piccolo riepilogo:

  • uno psicologo è un laureato in psicologia che, a valle di un tirocinio formativo supervisionato da un tutor professionista iscritto all’Albo, ha conseguito l’abilitazione mediante l’esame di Stato ed è iscritto all’Albo degli Psicologi. Secondo la direttiva generale 89/48/CEE, l’attività dello psicologo consiste nell’uso di strumenti conoscitivi e di interventi per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e dibattito in tale ambito.
  • il counseling, al pari del coaching, è una professione al momento non regolamentata, quindi non esiste una carl-rogersdefinizione “ufficiale”. Fra le tante disponibili, ho trovato interessanti queste: secondo Carl R. Rogers, considerato il padre fondatore di questo approccio, il counseling è una relazione nella quale il cliente è assistito nelle proprie difficoltà senza rinunciare alla libertà di scelta e alla propria responsabilità e, con le parole di Rollo May, autore del libro “L’arte del Counseling” (Astrolabio Ubaldini, 2009), il counselor ha il compito di favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno.
  • il coaching, come già sappiamo, è una partnership finalizzata al raggiungimento degli obiettivi del coachee attraverso la valorizzazione e il potenziamento delle sue competenze e potenzialità.

EscapingA proposito della differenza fra coaching e counseling, il collega e amico Giorgio Pasquale Virgilio, il quale è sia coach sia counselor, per aiutarmi a capire ha usato una distinzione che trovo decisamente esplicativa:

“il counselor costruisce una relazione di aiuto che accompagna le persone “via da” situazioni problematiche e difficoltà personali e relazionali, mentre il coach costruisce un’alleanza che accompagna le persone “verso” il risultato desiderato.” Per un approfondimento vi segnalo questo articolo.

A proposito della differenza fra psicologia e coaching, consiglio la lettura di questo interessante articolo di Erika Crispino e Luca Stanchieri, che in particolare evidenzia come il coaching non sia una relazione d’aiuto, come sia basato su una relazione paritetica e non asimmetrica, e come sia dettato non dal bisogno bensì dal desiderio di miglioramento.

La collaborazione fra psicologia e coaching è non solo possibile bensì auspicabile, fatto salvo che le differenze sostanziali di approccio e di campo di azione permarranno comunque.

Per quanto mi riguarda, collaboro con estrema soddisfazione con alcuni psicologi di mia fiducia, ai quali affido molto volentieri i miei coachee che abbiano bisogno del loro sostegno qualificato. Ci sono situazioni per le quali vorrei umanamente essere d’aiuto, ma non posso perché non qualificata professionalmente. D’altra parte, il mio approccio concreto e responsabilizzante credo sia di aiuto anche al percorso terapeutico.

 

In ogni caso, se vuoi saperne di più, scrivimi qui e ne parliamo!

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