Dato che spesso settembre rappresenta una sorta di inizio, retaggio forse degli anni trascorsi a scuola quando questo mese era davvero il primo di un nuovo anno, si sprecano in questo periodo i consigli degli “esperti” in merito alle modalità più efficaci per definire i nostri obiettivi e – possibilmente – raggiungerli.
Io stessa ho un mio metodo, che però per adesso ti risparmio (se vuoi, puoi intanto leggere una mia opinione nell’articolo che ho scritto per CoachMag, il magazine ora non solo più online del coaching, nel luglio 2014, e che puoi trovare su NetworkMamas).
Oggi vorrei invece affrontare la questione da un altro punto di vista: non del come bensì del se sia il caso. Ieri infatti, a distanza di pochi minuti, ho avuto il piacere di leggere due opinioni apparentemente opposte di due persone che stimo e seguo, Antonio Bellucci e Ajit Nawalka: il primo sostiene l’importanza (secondo me innegabile) di definire i propri obiettivi, in modo da mantenere focus e concentrazione, mentre il secondo suggerisce l’idea di concentrarsi piuttosto su cosa è importante per noi nella vita, portando così la nostra attenzione ai nostri valori.
Chi ha ragione?
Per quanto mi riguarda, entrambi: i due approcci sono infatti molto validi, a patto di applicarli con la consapevolezza di chi siamo e di quale momento stiamo attraversando, e andrebbero secondo me integrati l’uno con l’altro.
Infatti, per definire obiettivi davvero motivanti, raggiungibili e rispettosi di noi stessi e di chi abbiamo a cuore, è importante partire da una solida conoscenza di noi stessi: quali sono i nostri valori? cosa è davvero importante per noi? “chi” vogliamo essere (prima ancora di “dove” vogliamo essere)? Alcuni di noi hanno la tendenza a voler pianificare ogni aspetto della propria vita e del proprio futuro e a definire continuamente obiettivi quantitativi e qualitativi; tutti abbiamo attraversato alcuni periodi della propria vita per affrontare i quali una pianificazione portata all’esasperazione è parsa l’unica stampella a supporto della nostra azione.
Se anche tu sei una di queste persone, o se stai attraversando uno di questi periodi, potresti cominciare a inserire fra le tue abitudini quella di chiederti:
- perché ti sei posto certi obiettivi e non altri?
- cosa volevi davvero ottenere e realizzare da un punto di vista più ampio, guardando al quadro generale della tua vita?
- come potresti delineare una linea di condotta meno rigida ma più orientata alla realizzazione del tuo sé più autentico? cosa ti ispirerebbe al punto da farti mantenere la giusta direzione anche senza una mappa dettagliata?
Al tempo stesso, per arrivare da qualche parte è necessario muovere dei passi – prendere delle decisioni e agire di conseguenza – ed è anche troppo facile perdersi nella contemplazione passiva dei grandi interrogativi quali “chi sono” e “cosa voglio dalla vita”. Alcuni hanno la tendenza a fare grandi voli pindarici senza poi tradurli in azioni, suddividendo il percorso in tappe intermedie e decidendo quali modalità adottare per arrivarci; tutti abbiamo attraversato momenti nei quali soffermarsi sui propri sogni è risultato più semplice e meno doloroso che affrontare la dura realtà.
Se anche tu sei una di queste persone, o se in questo periodo ti stai concedendo un po’ troppo tempo con la testa fra le nuvole, potresti cercare un po’ di concretezza in più chiedendoti:
- cosa significa in pratica per me essere … (riempi tu lo spazio con qualsiasi cosa ti venga in mente: felice, sano, ricco, con una bella famiglia, etc)?
- cosa potrei fare ogni giorno per arrivare a essere …?
- quale potrebbe essere la prima tappa del percorso per arrivarci e cosa potrei fare da subito?
Infine, se senti di non essere del tutto soddisfatto di quello che stai vivendo ma non hai mai davvero riflettuto sui come e sui perché, prova a farti tutte queste domande, senza fretta ma impegnandoti con te stesso, entro un dato tempo, a trovare risposte che davvero ti soddisfino.
Da qualche parte bisogna pur cominciare!
