Tutti abbiamo un PASSATO…
Oggi tocchiamo un altro aspetto della formazione non convenzionale di un coach: il peso e il significato del percorso personale e professionale di una persona prima di diventare coach.
Si tratta di uno degli argomenti che maggiormente suscita polemiche fra gli stessi coach: se aveste l’occasione di frequentarne molti, infatti, vi ritrovereste probabilmente ad assistere ogni tanto ad una sorta di derby (della Mole, della Madonnina, del Colosseo, del Faro di Genova… fate voi, io non sono tifosa!).
La squadra A sostiene che un coach debba essere un esperto di contenuti nell’argomento di cui tratta e aver già vissuto esperienze significative e ottenuti risultati di eccellenza.
La squadra B argomenta che un coach debba essere esclusivamente un esperto di processo (di coaching), il che significa essere in grado di individuare e trattare schemi, credenze, atteggiamenti, abitudini disfunzionali, a prescindere dall’ambito di applicazione del processo stesso.
[A dirla tutta esiste anche una squadra C, che sostiene che il coach dovrebbe essere una sorta di semi-dio, praticamente perfetto e sempre di buon umore, in ottima forma e salute, ricco sfondato e simili: si tratta di una squadra numericamente poco consistente, e di solito composta da chi non è affatto coach e vuole screditare la categoria, quindi non ce ne preoccupiamo.] Continua a leggere