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career coaching, coaching, consapevolezza, io e il coaching, lavoro, transitional coaching

Una delle cose migliori che il coaching ha fatto per me

PREMESSA: Per questa settimana avevo preparato un articolo che portasse avanti gli argomenti trattati negli ultimi tempi, ma ieri ho saltato il giorno della pubblicazione per eccesso di lavoro e quindi oggi mi sono ritrovata a decidere se procedere come previsto o scrivere invece qualcosa di più personale. E, per questa volta, ho scelto la seconda opzione. 

Oggi è il 1° maggio: Festa del Lavoro!1° Maggio festa del lavoro 6

Chi mi conosce sa che ho un trascorso lungo e travagliato con il concetto di “lavoro”.

Infatti più volte nella mia vita sono approdata a ruoli professionali che avevano a che fare con la ricerca e selezione, la ricollocazione, l’ottimizzazione del lavoro, etc., senza averli in effetti cercati. Purtroppo, in due occasioni l’evoluzione aziendale di questi ruoli mi ha portata a desiderare una qualsiasi alternativa pur di andarmene, ed è nato in me una sorta di amore-odio per questo tipo di attività professionale. Da un lato, c’era la gioia di dare una mano alle persone nel trovare un lavoro o gestire meglio quello che già avevano, la sensazione di fare qualcosa di davvero utile – nel mio piccolo – per migliorare un po’ il mondo intorno a me; dall’altro, c’era tutto il contorno che non mi piaceva affatto e soprattutto mi costringeva a dei compromessi che non riguardavano solo me, ma anche la vita di altri.

E i compromessi mi esasperano, parecchio, così, quando ho chiuso con l’ultima esperienza legata a questo settore, ho pensato che mai e poi mai avrei più voluto occuparmene.  Continua a leggere